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Julio Alfredo Jaramillo Luarido nacque l'1 Ottobre 1935 in una piccola frazione, Góz Rendón y Villavicencio, della città di Guayaquil. La sua vita boema e disordinata ha fatto credere che Julio Jaramillo morì da cirrosi ma la verità è ben diversa. Contrario a quello che si crede e seppur bevve molto, Julio Jaramillo è morto a causa di un paro respiratorio e renale prodotto dopo due operazioni per estirpargli dei calcoli alla vescicola. Morì il 8 febbraio 1978 secondi dopo ridere a crepapelle da una barzelletta. Subito dopo che la notizia della sua morte si seppe alla radio il popolo si accalcò preso l'ospedale e sebbene Julio Jaramillo chiesi molte volte non voler nessun omaggio postumo circa 200.000 persone visitarono la sua camera ardente durante tre giorni e migliaia accompagnarono in cimitero il suo feretro con profondo rispetto e dolore. Così salutarono l'idolo del popolo, il "zorzal" dell'Ecuador. Non solo gli ecuadoriani lo piansero, tutta Latinoamerica. Olimpo Cárdenas, Daniel Santos, Alci Acosta, Lucho Gatica, Leo Dan, Leo Marini, Mario Moreno "Cantinflas" e Pedro Vargas inviarono note di condoglianza e il Venezuela lo pianse come si fosse figlio suo. Ma, chi fu quest'uomo che morì in povertà e nel dimenticatoio e in questione di minuti ammucchiò intorno al suo cadavere tutto un popolo? Fu un uomo pieno di debolezze e virtù come qualunque essere umano, che tenne il dono di cantare all'amore come nessuno altro lo fece in Ecuador, e forse in Latinoamerica. Ebbe 27 figli di cui sette sopravvissero, tradizione in famiglia, tenendo in conto che suo padre, Pantaleón Jaramillo, ebbe 40 figli sebbene soltanto Julio, Pepe e una bambina che morì ai 5 anni furono figli del suo matrimonio con Apolonia Laurido, discendente da giamaicani che divenne vedova due giorni dopo la morte della bambina perché suo padre, sarto e marmorario, decise di farle una croce alla piccola, con tanta sfortuna che togliendola dallo stampo cadde su di lui e l'ammazzò. Julio Jaramillo fu un ragazzo da quartiere che seppe trovare il gusto del suo popolo, ma visse disordinatamente, con eccesso per quanto riguarda le donne e il liquore. Era l'ottobre del 1935 a Guayaquil, Ecuador, quando appena a 6 anni divenne orfano da padre e lasciato in estrema povertà. Ma il destino aveva previsto che Julio e Pepe sarebbero musicisti. Portavano la musica nel sangue grazie alla loro madre e di fronte a casa loro si trasferì Ignacio Toapanta, professore di musica che gli volle molto bene e gli lasciava giocare con gli strumenti e gli insegnò a suonare la chitarra. Volle così bene all'irrequieto Julio che gli costruì una con canna e così suonarla a casa sua. Quando terminò la terza elementare venne immatricolato alla scuola che diresse Francisco García Avilés, autore del "pasillo" Guayaquil de mis amores. Forse questa fu la spinta definitiva per la carriera da musicista di Julio. Quando Pepe, suo fratello, compì 15 anni, vince un concorso radiale il cui premio era una presentazione in un centro notturno ebbe inizio la loro carriera artistica; nonostante, Pepe fu sempre disciplinato, terminò i suoi studi e più tardi, in Colombia, ricevette una laurea in filosofia e lettere, diventò educatore e dimenticò il canto. No successe lo stesso con Julio che volle emulare suo fratello, sebbene era da lui scoraggiato. Julio abbandonò gli studi e diventò donnaiolo e bevitore. Con la bonaccia del banano ecuadoriano i musicisti prosperarono e questa bonaccia coincise con gli inizi della carriera di Julio. In un'occasione per correre dietro la donna di un ex-poliziotto è stato minacciato di morte. Ai 18 anni affittò una stanza per vivere con una ragazza di nome Irene. Con lei ebbe il suo primo figlio che morì otto mesi dopo. In quell'epoca Julio lavorava in una calzoleria mentre insisteva per diventare cantante senza successo. GLI INIZI Pantaleón Jaramillo, il padre di Julio, ebbe 40 figli da diverse donne. Invece, sua madre, Apolonia Lurido, fu una donna abnegata. Soleva frequentare "La Lagartera.", un angolo dove oggi ancora vanno i musicisti ad offrire serenate in cambio in alcune monete. Pian piano la gente dell'ambiente artistico si abituò alla sua presenza. Prima, gli permisero che gli accompagnasse con la chitarra e poi, non volentieri, lo lasciavano cantare. Il suo primo intervento lo fece a Radio Cóndor. Lì conobbe Rosalino Quintero, che si convertì nel suo compagno di formula, il suo arrangiatore e che suonava la chitarra e il "requinto". Partecipò anche a Radio America e quando da lì usciva andava a El Cajón, locale celebre tra gli artisti. Lì, suo fratello gli presentò Carlos Rubira Infante che gli insegnò a cantare. A Radio El Triunfo conobbe Julio Morante che gli presentò Odalina Sánchez con la quale ebbe un figlio di nome Francisco nato il 9 marzo 1955. Julio diede la prima grande sorpresa della sua vita quando, non ventenne ancora, due mesi dopo sposò María Eudocia Rivera, una ragazza che cantava e che conobbe in un'emittente locale e che aspettava un suo figlio da 4 mesi. Sebbene sposato continuò con Odalina ed ebbe due figli con lei. Julio era fedele solo a una cosa: la musica. Sembra che nel 1952 Julio Jaramillo registrò la marcia "Nuestro líder" (Il nostro leader) per il politico Carlos Guevara e della quale si stamparono 12 dischi. Questa esperienza motivò la sua ricerca della cantante Fresia Saavedra per proporle che cantassero insieme. Impressionata per la determinazione del giovanotto accettò registrare con lui, nel 1955, il yaraví "Mi madre querida" (Mia cara madre) e il pasillo "Mi corazón" (Mio cuore), accompagnati da Rosalino Quintero alla chitarra. Sebbene il disco non ebbe successo registrò con il suo maestro Carlos Rubira Infante il pasillo "Esposa" (Moglie). Ma fu un pasillo intitolato "Fatalidad" (Fatalità) gia registrato da Olimpo Cárdenas con successo con dischi Vittoria a Medellín, che gli catapultò alla fama nel marzo del 1956. Quando gli proposero registrarlo in Ecuador gli chiesero di cantarlo uguale, ma lui rispose: "No, ancora meglio". Invece della chitarra Rosalino Quintero usò il requinto con un ritmo tra il valzer peruviano e quello ecuadoriano. Dal primo giorno che uscì sul mercato fu un successo e in una settimana vendettero 6 mila copie e dovettero ristamparlo. Il successo fu così travolgente che alla fine del 1956 Julio aveva già registrato una dozzina di dischi per la casa Onix. "Te odio y te quiero" (Ti odio e ti amo), "Hojas muertas" (Foglie morte), "Elsa" e "El carnaval de la vida" (Il carnevale della vita), furono le più popolari, sebbene "Nuestro juramento" (Il nostro giuramento) del portoricano Benito de Jesús che Rosalino convertì in bolero, ebbe un successo speciale. Quasi tutti i dischi furono inviati a Lima oscurando la fama che Fresia Saavedra aveva raccolto negli anni. Poco tempo dopo di ricevere una spedizione di dischi in Messico, la casa Peerles si interessò per Julio che quasi subito iniziò dei tour in Perú e in Cile. In Colombia arrivò per la prima volta a Cali dove ritrovò suo fratello che due o tre anni prima era emigrato. Negli intervalli dei suoi viaggi Julio cantò nei cinema di Guayaquil, abitudine in quell'epoca che un artista si presentasse prima del film. Il suo successo è stato tale che cantava sabato e domenica e il suo contratto fu esteso perché cantasse tutta la settimana due volte al giorno. Tradotto dalla biografia del sito www.farras.com/guayaquil/musica/cantantes%20de%20la%20semana/juliojaramilo.php (Non più in rete) |