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È stata la più importante cantautrice cilena e, forse, di tutta l'America Latina. La sua vita e la sua opera meriterebbero ben più di una didascalia. Il grande pregio artistico di Violeta fu quello di rivalutare il canto popolare cileno (del quale fu sempre fedele interprete) fino a farlo amare dai suoi contemporanei, non solo in America ma in tutto il mondo. Dalla sua opera nasce il grande movimento politico-culturale degli anni 70 chiamato Nuova Canzone Cilena. Pittrice, musicista, poetessa, artista autodidatta, ricamava quadri su "iuta" che sono stati esposti al museo del Louvre. Violeta È stata sempre osteggiata dal potere per il contenuto politico delle sue opere. D'origine molto umile ha avuto una vita difficile anche dal punto di vista sentimentale. Gracias a la vida È stato il suo ultimo capolavoro scritto prima di suicidarsi con un colpo di pistola alla tempia. La canzone È una sorta di testamento e un bilancio dolce amaro della sua vita. Gracias a la vida È stata interpreta tra gli altri da Joan Baez. Violeta del Carmen Parra Sandoval nacque il 4 ottobre 1917 in una modesta casa della Calle Robles 531 a San Carlos, Provincia di ñuque a sud di Cile. Nicanor Parra Parra È, professore di elementare e Clarisa Sandoval sua madre. Violeta ebbe otto fratelli, il poeta Nicanor, il primogenito, e due mezzi fratelli poiché sua madre era vedova quando sposò Parra. La sua vena artistica l'ereditò da sua padre, importante folclorista della regione. Nel 1921, suo padre trasferì la famiglia a Lautaro nominato professore del Reggimento Andino. Clarisa lavora con la macchina da cucito per collaborare alla manutenzione della numerosa famiglia. Violeta prese continuamente ogni tipo di malattie ma questo non le impedisce di divertirsi assieme a suoi fratelli preso le baracche e falegnamerie del settore. Nel 1927, la famiglia torna a Chillán. Suo padre, licenziato, si sente smarrito e si ubriaca spesso per dimenticare la sua frustrazione. Durante il governo di Carlos Ibañez, centinaia di dipendenti fiscali sono licenziati. La madre si fa in quattro cucendo, lavando, vendendo e comprando il necessario per mantenere a galla la famiglia. I bambini precocemente mostrando la loro inclinazione per lo spettacolo. Imitano gli artisti dei circhi che arrivano sul luogo. Si travestono con capi di carta, Violeta e suo fratello Eduardo cantano insieme presentando un piccolo show ai bambini dietro qualche spicciolo. Violeta fa i suoi studi elementari e un anno alla media, ma abbandonò gli studi per lavorare da contadina e aiutare la sua famiglia visto che suo padre si ammalò gravemente; i pochi averi li vengono confiscati. La povertà venne combattuta dai bambini uscendo a cantare nei treni, campi, paesi, strade e perfino nei bordelli. Ristoranti, alloggi e circhi non sono trascurati. Ai 12 anni Violeta compose le sue prime canzoni accompagnata dalla chitarra. I soldi che porta a casa sono più necessari che mai. Suo padre È morto e questo comporta definitivamente la perdita della sua infanzia. Ai 20 anni Violeta andò a Santiago. I primi tempi furono molto duri, le sue prime presentazioni le fece in posti molto modesti, balere da quartiere, circhi, stazioni di radio, ecc., presentando canzoni popolari e "boleros". Poco dopo decise d'interpretare e comporre musica folclorista. Nella maggioranza delle sue canzone si avverte la manifestazione di un mondo interiore ricco di vivenze di profondo contenuto umano, riflesso di una vita triste e un pò infelice. Nel 1937 conobbe Luis Cereceda, ferroviario, e poco dopo contrasse matrimonio. Da quest'unione nacquero Isabel e Angel. Nei seguenti anni percorse i Cile lavorando in teatri e locali e nel 1948 si separò definitivamente da Cereceda e continua a viaggiare in Cile. Il seguente anno si sposò di nuovo e da questo matrimonio nacquero le sue figlie Luisa e Rosita Clara. Gira il paese lavorando con i suoi due figli più grandi in circhi e teatri e raccogliendo musica contadina cilena. Nel 1953 iniziò a rendersi visibile il genio di Violeta Parra. Dopo un recital a casa di Pablo Neruda, Radio Cile le contratta una serie di programmi che la lanciano alla prima linea del arte folclorista di Cile. Aumentò il suo lavoro, iniziato una quindicina d'anni prima, di raccogliere la musica folclorista cilena. Con un magnetofono e una chitarra percorse i luoghi più sperduti per riscattare il folclore dimenticato dal suo popolo, facendosi cantare composizioni popolare da cantanti che a volte sfioravano i cent'anni d'età. Le sue opere sono molte e comprendono "Tonadas, Parabienes, Villancicos", inoltre di composizioni allo divino e all'umano; danze come "El Pequén, la Sirilla, el Chapeco, la Refalosa, Cuecas ", ecc. Nel 1954 ottenne il premio Caupolicán al migliore folclorista dell'anno. Venne invitata al Festival della Gioventù, in Polonia, e gira l'Unione Sovietica. Violeta Parra ebbe un gran successo e collocò il folclore cileno in un livello mai prima fatto da nessuno. Rimane a Parigi per due anni registrando i suoi primi dischi e i suoi recital sono trasmessi dalla radio e la televisione. Ritornò in Cile e si trasferì a Concepción contrattata dalla università locale. Lì fondò e diresse il Museo d'Arte Popolare, registrò nuovi dischi e iniziò di nuovo il suo lavoro di raccolta folclorica. Nel 1956 ritorna a Santiago e inizia a dipingere e fare stuoie. Offrì dei recital dovunque in Cile e continua a registrare nuove canzoni. Nel 1960, durante una lunga malattia che la costrinse al letto per qualche mese, iniziò a fare stuoie naif, inventando materiali e nuove tecniche. Quell'anno conobbe il musico svizzero Gilbert Favré, studioso del folclore sudamericano, e s'innamorò di lui. Nel 1961, assieme a suoi figli maggiori, viaggiò a Buenos Aires e dopo in Europa. Partecipò nel Festival della Gioventù in Finlandia girando dopo l'Unione Sovietica, Germania, Austria, Italia e Francia. Ritornò a Parigi e rimase per tre anni. Cantò nella Candelaria e La Scala. Registrò dischi, realizzò esposizioni dei suoi lavori e fece dei recital nell'UNESCO e il Teatro delle Nazioni. Nel 1964 espose nel Museé Des Arts Décoratifs Palais du Louvre i suoi dipinti, stuoie naif e sculture in filo di ferro. Fu la prima volta che un artista sudamericano È accolto in questo museo per una esposizione individuale. Nel giugno 1965 ritornò in Cile. Installò alla periferia di Santiago una grande tendone che chiamò "Tendone della Regina" con l'idea che fosse un centro culturale del folclore. Nel 1966 viaggiò in Bolivia dove cantava Gilbert Favré e ritornò con lui in Cile. Continua a girare cantando in teatri. Registrò un LP, con le sue ultime composizioni, in compagnia dei suoi figli e del musico uruguaiano Alberto Zapicán. Violeta Parra morì il 5 febbraio 1967. Si suicidò nel "Tendone della Regina" all'età di 50 anni. Tre anni più tardi venne editato il suo libro "Décimas". Violeta Parra fu un'artista molto completa e tutte le sue creazioni furono segnate da un profondo contenuto umano. Le sue opere oltrepassarono i confini cileni senza mai perdere l'intenso affetto per il suo paese e il suo popolo. Tradotto dalla biografia del sito www.latinoamericano.cl/violeta_parra.htm. |